“Supplica a mia Madre”
È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di un vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
(1962)
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“Prayer to my Mother”
It’s so hard to say in a son’s words
what I’m so little like in my heart.
Only you in all the world know what my
heart always held, before any other love.
So, I must tell you something terrible to know:
from within your kindness my anguish grew.
You’re irreplaceable. And because you are,
the life you gave me is condemned to loneliness.
And I don’t want to be alone. I have an infinite
hunger for love, love of bodies without souls.
For the soul is inside you, it is you, but
you’re my mother and your love’s my slavery:
My childhood I lived a slave to this lofty
incurable sense of an immense obligation.
It was the only way to feel life,
the unique form, sole colour; now, it’s over.
We survive, in the confusion
of a life reborn outside reason.
I pray you, oh, I pray: Don’t die.
I’m here, alone, with you, in a future April…